Nella catena di fornitura, dalla fabbrica, ai magazzini, agli scaffali dei punti vendita, fino ad arrivare alla tavola, i cibi e le bevande subiscono diverse fasi di spostamento. In tutte queste fasi è importante che i prodotti si mantengano integri e ben conservati.

Accanto all'imballaggio primario, ovvero il confezionamento del prodotto - che nel food & beverage ha come funzione quella di salvaguardare il cibo o la bevanda in esso contenuto e nel contempo di attrarre il cliente grazie a un aspetto accattivante - un ruolo importante è giocato anche dall'imballaggio secondario.


Cos'è l'imballaggio secondario o packaging secondario

Definito anche imballaggio di trasferimento, l'imballaggio secondario (o packaging secondario) è concepito per raggruppare un certo numero di unità di vendita. In alcuni casi l'obiettivo dell'imballaggio secondario è quello di facilitare il rifornimento degli scaffali nel negozio, in altri è realizzare confezioni destinate all'utente finale. In entrambe le situazioni l'imballaggio secondario deve poter essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche. Scatole in cartone, fardelli che contengono bottiglie, vassoi sono alcuni esempi di imballaggio secondario. 

L'imballaggio secondario svolge diverse funzioni cruciali all'interno della catena di fornitura. Prima di tutto, esso fornisce una protezione aggiuntiva ai prodotti durante il trasporto e lo stoccaggio, riducendo il rischio di danneggiamenti che potrebbero compromettere l'integrità del contenuto. Questa protezione è particolarmente importante per prodotti fragili o deperibili come quelli del settore food & beverage. 

Inoltre, l'imballaggio secondario facilita la movimentazione e la logistica, permettendo una gestione più efficiente delle merci nei magazzini e durante la distribuzione. Esso consente il raggruppamento di più unità di vendita in una singola confezione, semplificando il processo di rifornimento degli scaffali nei punti vendita.  

Un'altra funzione rilevante è quella di fornire una superficie per la comunicazione di informazioni essenziali, come codici a barre, istruzioni di trasporto e altre etichette informative che non trovano spazio sull'imballaggio primario.  

Infine, in alcuni casi, l'imballaggio secondario può anche contribuire a migliorare l'estetica del prodotto, rendendolo più attraente per il consumatore finale.

Qual è la differenza tra packaging primario, secondario e terziario?

Nel settore della logistica e della produzione industriale, è fondamentale distinguere le tre principali categorie di imballaggio: primario, secondario e terziario. Ognuna ha una funzione specifica nella protezione e movimentazione del prodotto lungo la filiera.

Imballaggio primario

È il packaging a diretto contatto con il prodotto. Ha la funzione di protezione, conservazione e presentazione al consumatore finale. Spesso riporta le informazioni obbligatorie (etichetta, ingredienti, scadenze) e il design pensato per attrarre l'acquirente.

Imballaggio secondario

Racchiude uno o più imballaggi primari per facilitarne il trasporto, la logistica e l’esposizione nei punti vendita. Serve a raggruppare unità multiple in una confezione compatta e gestibile, senza essere destinato al contatto diretto col prodotto.

Imballaggio terziario

È l’imballaggio usato per il trasporto e la movimentazione su scala più ampia. Serve a proteggere e stabilizzare più unità di imballaggio secondario, in genere durante lo stoccaggio o la spedizione.


Cosa si intende per imballaggi multipli
  

Gli imballaggi multipli, spesso denominati anche imballaggi di gruppo, sono soluzioni di packaging progettate per raggruppare più unità di prodotto singolo all'interno di una confezione comune. Questo tipo di imballaggio è utilizzato principalmente per facilitare la movimentazione, il trasporto e la distribuzione delle merci, migliorando l'efficienza logistica e riducendo i costi operativi.  

Gli imballaggi multipli offrono anche una maggiore protezione ai prodotti, minimizzando il rischio di danni durante le fasi di stoccaggio e trasporto. Esempi comuni di imballaggi multipli includono le confezioni di bottiglie raggruppate in fardelli di plastica, scatole di cartone contenenti più lattine o pacchi di snack e vassoi in cartone che ospitano diverse unità di prodotto.  

Oltre a migliorare l'efficienza della catena di fornitura, gli imballaggi multipli possono anche essere utilizzati per promozioni di vendita, offrendo ai consumatori la possibilità di acquistare più unità a un prezzo scontato.  

Quali sono le principali problematiche legate al packaging secondario?

Il packaging secondario svolge un ruolo cruciale nella protezione e nella movimentazione dei prodotti lungo la filiera, ma può presentare una serie di criticità che impattano negativamente su efficienza, sostenibilità e sicurezza. Di seguito le problematiche più comuni:

  • Protezione inadeguata dei prodotti: se il packaging secondario non è sufficientemente robusto o progettato correttamente, può causare danni ai prodotti durante il trasporto o lo stoccaggio.

  • Dimensionamento errato ed inefficienza logistica: confezioni sovradimensionate o mal progettate aumentano il volume occupato, riducendo la capacità di carico e aumentando i costi logistici.

  • Impatto ambientale e sostenibilità debole: l’uso eccessivo di materiali, soprattutto plastici o non riciclabili, compromette l’impegno verso un packaging più sostenibile e circolare.

  • Impianti non adeguati e sprechi energetici: linee di confezionamento obsolete o poco integrate con l’automazione possono causare rallentamenti, consumi elevati e maggiore usura degli impianti.

  • Movimentazione imprecisa e rischiosa: se il packaging non è ottimizzato per l'automazione e la robotica, può comportare difficoltà nelle fasi di presa, trasporto e pallettizzazione, aumentando il rischio di errori o infortuni.

Affrontare queste problematiche è essenziale per migliorare l’efficienza produttiva, ridurre gli sprechi e garantire una logistica sicura e sostenibile.

 

Protezione dei prodotti

Alcune problematiche relative all'imballaggio secondario nel food & beverage sono correlate alle sue caratteristiche fisiche. Materiali non idonei e pratiche di confezionamento non adeguate possono impedire all'imballaggio secondario di svolgere correttamente la sua funzionalità principale, quella di barriera protettiva da eventuali sollecitazioni meccaniche che il prodotto potrebbe subire durante le fasi di movimentazione, stoccaggio, trasporto e distribuzione o da eventuale esposizione accidentale ad agenti esterni.

Questi fattori potrebbero danneggiare l'imballaggio primario con una conseguente invendibilità del prodotto. Importante, quindi, è contare su materiali resistenti e su macchine di confezionamento ben collaudate.

L'involucro deve anche proteggere le unità di vendita da eventuali sottrazioni o manomissioni, deve poter essere aperto con difficoltà e consentire l'identificazione dei segni di manomissione.

Un secondo problema relativo al packaging secondario riguarda i costi legati alla movimentazione, allo stoccaggio e alla distribuzione del prodotto. Imballi troppo piccoli richiederebbero rifornimenti eccessivi, aumentando i costi di gestione degli ordini, mentre imballi eccessivamente grandi porterebbero a un aumento ingiustificato delle giacenze nei punti vendita. Fondamentale è considerare anche il peso massimo dell'imballaggio secondario, che deve poter essere movimentato manualmente dagli operatori, senza difficoltà.

La soluzione, quindi, è scegliere imballaggi di tipo multiplo che tengano conto di queste problematiche.

 

Dimensionamento errato e inefficienza logistica

Se i costi di vendita possono essere ridotti utilizzando imballaggi idonei, bisogna tener presente che ci sono anche costi riconducibili all'impatto ambientale dell'imballaggio. L’utilizzo di imballaggi riciclabili, riutilizzabili, o eco compatibili, può ridurre sensibilmente i costi relativi alla dismissione dell’imballaggio e favorisce la promozione di un’immagine “green” dell’azienda presso i consumatori. Di conseguenza, è importante lo sviluppo di prodotti non inquinanti realizzati con tecnologie eco-sostenibili.

Dal processo di produzione, alla commercializzazione, all'utilizzazione e alla gestione post-consumo il tema della sostenibilità ambientale deve essere sempre considerato.

Altra arma vincente è il riutilizzo, ovvero la possibilità di reimpiegare un imballaggio già adoperato per un uso identico a quello per cui è stato concepito. Un esempio giunge proprio dal settore beverage: negli impianti per bottiglie con vuoto a rendere non solo sono lavate le bottiglie, sono lavate anche le casse. Macchine di lavaggio dotate di sistemi di azionamento a velocità regolabile, sincrono e flessibile ben resistenti a detergenti e disinfettanti sono la risposta a questa esigenza.

Impianti e soluzioni adeguate

Ulteriori problematiche coinvolgono le caratteristiche degli impianti di confezionamento utilizzati nelle attività di imballaggio secondario. Impianti inadeguati possono portare le aziende a sprechi energetici e a perdite di tempo. Di conseguenza, per far fronte ai problemi relativi all'imballaggio secondario è determinante dotarsi di impianti di imballaggio all'avanguardia.

Macchine con azionamenti meccatronici installati in modo decentrale garantiscono efficienza e una produttività elevata con risparmi energetici fino al 50%.

Inoltre, azionamenti solidi, affidabili e di lunga durata richiedono scarse attività di manutenzione con conseguenti risparmi per gli utenti. Se le soluzioni adottate sono flessibili ed efficienti è possibile, infine, adattare le macchine ai cambi di produzione con facilità.

Molti dei problemi che le aziende impegnate nelle attività di imballaggio secondario in area food & beverage devono affrontare possono essere risolti grazie a impianti di imballaggio all'avanguardia, dotati di soluzioni di azionamento affidabili ed efficienti, che consentono di ottenere i risultati desiderati riducendo anche i costi energetici e di gestione.

Impatto ambientale elevato

Nella catena di fornitura, dalla fabbrica fino alla tavola, i prodotti alimentari attraversano numerose fasi di movimentazione e distribuzione. In questo percorso, l’imballaggio secondario gioca un ruolo chiave nella protezione, movimentazione e raggruppamento delle unità di vendita. Tuttavia, se non progettato con criteri di sostenibilità, può avere un impatto ambientale significativo.

Direttive europee e obiettivi normativi

L’Unione Europea ha posto l’attenzione sull’urgenza di ridurre i rifiuti da imballaggio e promuovere una gestione circolare dei materiali. In particolare, il nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR), attualmente in fase di approvazione, introduce misure stringenti per:

  • Ridurre la quantità e il volume degli imballaggi;

  • Eliminare gli imballaggi non riciclabili entro il 2030;

  • Promuovere l’uso di materiali riciclati e l’etichettatura chiara;

  • Incentivare il riutilizzo e il riciclo degli imballaggi.

Questi interventi mirano a rispondere anche alla crescente pressione da parte dei consumatori, che richiedono confezioni più ecologiche, prive di materiali superflui e coerenti con i valori di sostenibilità ambientale. Il packaging, infatti, è diventato un elemento discriminante nelle scelte di acquisto, soprattutto nei settori food & beverage, cosmetico e retail.

Esempi virtuosi di riduzione dell’impatto

Diverse aziende hanno avviato progetti concreti per ridurre le emissioni di CO₂ legate al packaging secondario:

  • Heineken ha sostituito le pellicole termoretraibili in plastica con fascette in cartone riciclato, risparmiando oltre 500 tonnellate di plastica all’anno.

  • Barilla ha riprogettato i propri imballaggi secondari per ottimizzare la logistica e aumentare la percentuale di materiali riciclati, ottenendo una riduzione del 30% delle emissioni relative all’imballaggio.

  • L’Oréal ha implementato confezioni secondarie in cartone ondulato certificato FSC, eliminando la plastica nei multipack di alcune linee, con un risparmio di oltre 1.000 tonnellate di CO₂ annue.

Questi esempi dimostrano come investire in packaging sostenibile non solo riduca l’impatto ambientale, ma migliori anche l’immagine aziendale e la compliance normativa futura. L’adozione di materiali riciclabili, riutilizzabili o compostabili e la progettazione eco-compatibile del packaging secondario rappresentano oggi leve strategiche fondamentali.

Spreco energetico

Macchinari obsoleti, linee poco integrate e l’assenza di sistemi di regolazione intelligenti possono portare a consumi eccessivi in tutte le fasi del processo: confezionamento, movimentazione, stoccaggio e trasporto.

Questo inefficiente impiego di energia ha una ricaduta diretta sui costi operativi aziendali. Secondo recenti studi settoriali, l’energia rappresenta fino al 30% dei costi complessivi di esercizio in un impianto di packaging, e una quota importante di questa percentuale è legata proprio al funzionamento continuo e non ottimizzato dei macchinari secondari. In uno scenario di aumento dei costi dell’energia, questo impatto è destinato a crescere ulteriormente.

Per contrastare lo spreco energetico, le aziende possono:

  • Rinnovare gli impianti adottando tecnologie con motori ad alta efficienza energetica;
  • Integrare sistemi di monitoraggio in tempo reale, in grado di rilevare picchi anomali di consumo e ottimizzare l’utilizzo;
  • Utilizzare moduli software intelligenti per la gestione dei cicli di lavoro e l’efficienza energetica complessiva delle linee.

 

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