Il settore food rappresenta, in Italia, un quarto del PIL nazionale, con quasi 4 milioni di occupati. Questo settore, insieme a pochi altri, sta reggendo bene alle difficoltà poste dalla crisi legata al Covid-19, e neppure sembra essere stato colpito l’export, con un +3.5% nel primo semestre 2020.

Il packaging, sia primario sia secondario, ha in questo settore un ruolo fondamentale e proprio l’Italia è, insieme alla Germania, il paese che fornisce il maggior numero di impianti di packaging: in questo settore, una macchina su cinque a livello mondiale viene prodotta nel nostro Paese.

Come tutti i settori ad alto contenuto tecnologico, anche quello del packaging deve affrontare nuove sfide per stare al passo con i cambiamenti dei mercati. Un’analisi di McKinsey & Company ha identificato, per le compagnie del settore Consumer Packaged Goods, alcune delle sfide critiche che queste dovranno affrontare nel futuro prossimo.

 

Impianti connessi, flessibili ed efficienti per le nuove sfide del packaging - McKinsey Analysis

 

I fattori critici per il settore consumer goods

In particolare, in questa analisi si individuano alcuni fattori che saranno fortemente impattanti sui profitti legati al packaging.

Il fattore più importante, anche per la probabilità ad esso associata, è quello dell’aumento previsto di un miliardo di nuovi consumatori appartenenti alla classe media nei mercati emergenti. Questo si traduce in un aumento proporzionale dei volumi produttivi e nella conseguente adozione di processi di fabbrica snelli.

Una delle principali sfide del settore consiste nella capacità di soddisfare la crescente domanda di personalizzazione dei prodotti in linea con le esigenze dei consumatori finali. Sul fronte del packaging si assiste, ad esempio, ad una sempre maggiore attenzione del consumatore alla salute e al benessere legati al consumo, che ha conseguentemente causato un aumento dell’attenzione verso il confezionamento degli alimenti con materiali che preservano le proprietà organolettiche e nutrizionali senza il ricorso ad atmosfere controllate e conservanti invasivi o di lunga permanenza. Un ulteriore fattore impattante è la crescente sensibilità dei consumatori nei confronti dell’ambiente. Si prevede infatti che, a livello globale, entro il 2025, il 43% degli imballi sarà ecologico, con un mercato da 250 Miliardi di euro.

D’altra parte l’aumento dei digital consumers favorisce processi sempre più integrati tra il produttore e consumatori, che richiedono un virtuale azzeramento del Time To Market e al tempo stesso una maggiore personalizzazione e differenziazione della gamma di prodotti e del packaging. Questi fattori spingono verso impianti flessibili e facilmente riconfigurabili che possono essere realizzati, ancora una volta, tramite le nuove tecnologie ed i nuovi protocolli di comunicazione e connessione nel paradigma dell’Industria 4.0.

Per ultimo, la crescente sensibilità verso la green economy dei consumatori, unita ai fattori economici derivanti dal consumo di energie nella produzione, spingono l’attenzione dell’industria manifatturiera e dei fornitori degli impianti verso la tematica dell’efficienza dei processi e degli impianti, sia in termini di consumo energetico, sia sulla produzione degli scarti.

 

I driver per il packaging del futuro

Analizzando i fattori impattanti sul packaging del settore consumer goods, risulta chiaro che per gestire le criticità della produzione presente e futura gli impianti dovranno essere sempre più flessibili, connessi ed efficienti.

Queste caratteristiche generali si possono coniugare in quelli che possono essere considerati come i driver degli impianti di packaging moderni:

  • Efficienza: gli impianti devono risultare efficienti, anche nella loro flessibilità. Il cambio formato non deve, idealmente, produrre scarto. L’asservimento degli impianti dovrebbe essere automatizzato attraverso soluzioni di automazione industriale modulari che eliminano la necessità di componenti ausiliari, permettono un’agile manutenzione (meglio se anche da remoto) e garantiscono un’elevata produttività, ottimizzando i processi a basso valore aggiunto.

  • Semplicità: interconnessione tra i moduli dell’impianto deve avvenire in modo semplice, con software “plug and produce”, in grado di garantire una manutenzione rapida e un commissioning immediato, riducendo al massimo l’eventualità di fermi impianto. La semplicità dell’impianto si deve rispecchiare anche per quanto riguarda la connessione, sia tra le diverse parti dell’impianto, sia tra l’impianto ed il Cloud.
  • Modularità: un impianto, per essere mantenuto semplice, deve costituirsi di moduli indipendenti che interagiscano tra loro e con il livello di controllo e produzione indipendentemente. La modularizzazione della meccatronica degli impianti di packaging garantisce a sua volta una elevata flessibilità, una progettazione rapida ed una gestione dell’impianto facilitata.

  • Sostenibilità: processi di produzione snelli, uniti a consumi energetici ridotti, risultano vantaggiosi per gli impianti di packaging non solo perché forniscono un vantaggio economico immediato, ma aiutano a ridurre la quantità di CO2 legata al ciclo del prodotto con vantaggi ecologici rilevanti. 

Le aziende del settore, siano esse direttamente coinvolte nella produzione o fornitrici degli impianti di produzione, dovranno tenere in considerazione sia i fattori impattanti che i driver del settore, per assicurare nel tempo una produzione che sia competitiva sul mercato. Per questo motivo è importante che le aziende, impegnate ad affrontare le nuove sfide del packaging, siano affiancate da partners commerciali validi, in grado di fornire un’assistenza mirata per qualsiasi tipo di esigenza tecnologica, dalle soluzioni per il Motion Control ai sistemi di assistenza mobili (AGV) fino a piattaforme per la gestione integrata.

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