“Abilitare un modello di impresa umanocentrica, caratterizzato dalla cooperazione tra macchine ed esseri umani, con il fine ultimo di ridurre il proprio impatto sull’ambiente, rispettando l'ecosistema e promuovendo il benessere del lavoratore, nuovo protagonista del processo produttivo, e delle comunità nelle quali operano le aziende”.

È l’industria 5.0, la nuova visione di impresa che emerge dal policy paper “Industry 5.0, a transformative vision for Europe – Governing systemic transformations towards a sustainable industry” (CE, gennaio 2022), nel quale l’ESIR, il comitato di esperti indipendenti che fornisce alla Commissione europea consulenza strategica all’interno della direzione generale Ricerca e Innovazione, sostiene che un paradigma industriale essenzialmente tecnologico e orientato alla crescita (Industry 4.0) non sia più sufficiente per raggiungere gli obiettivi europei per il 2030 e 2050, in quanto mancante di “quelle dimensioni chiave per la progettazione e le prestazioni che saranno indispensabili per rendere possibile una trasformazione sistemica e per assicurare il necessario disaccoppiamento dell’uso delle risorse e dei materiali dagli impatti negativi per l’ambiente, il clima e la società”.


Cosa si intende per industria 5.0
 

Definita dalla Commissione Europea un “completamento dell’industria 4.0”, l’industria 5.0 non è propriamente una nuova rivoluzione industriale quanto piuttosto una rivoluzione culturale che promuove un modello di industria che si “spinga oltre l’efficienza e la produttività come unici obiettivi, rafforzandone il ruolo e il contributo alla società e ricollocandola nella contemporaneità in cui agisce”.

L’industria 5.0 dovrà quindi puntare su ricerca e innovazione per una transizione verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente, integrando l’attuale paradigma di industria 4.0. Sulla base di queste caratteristiche, che contraddistinguono il nuovo modello industriale 5.0, andranno rivisti i modelli organizzativi dell’azienda e i valori che guidano la sua attività, mettendo in primo piano lo sviluppo delle competenze e il benessere dei lavoratori.

Nel concetto di industria 5.0, quindi, la tecnologia continua a rivestire un’importanza centrale, arricchendosi tuttavia di una dimensione più ampia e diventando lo strumento per generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. In pratica, è la tecnologia che deve essere messa al servizio dell’uomo e non il contrario, pertanto con l’industria 5.0 si parla di Collaborative Industry, aspirando ad un modello di impresa di completa collaborazione tra l’uomo e la macchina.


Le 3 dimensioni dell’industria 5.0
 

È nel titolo del documento diffuso nel 2021 dalla Commissione Europea “Towards a Sustainable, Human-Centric and Resilient European Industry” che vengono indicate le principali caratteristiche dell’industria 5.0.

Se quindi l’industria 5.0 dev’essere umano centrica, sostenibile e resiliente, le dimensioni che la caratterizzano sono improntate alla sostenibilità, con un’economia aziendale funzionale alla circolarità e rigenerazione, alla valorizzazione delle capacità, delle competenze e del benessere del lavoratore e, infine, al rispetto e alla tutela ambientale, in termini di risparmio di risorse ed efficienza energetica. Questi sono i driver che devono guidare la trasformazione.

Le 3 dimensioni dellindustria 5

Nel policy paper della Comunità Europea 2022, gli autori individuano infatti tre dimensioni chiave per l’industria 5.0, quali: 

  1. caratteristiche rigenerative della trasformazione industriale, in modo da abbracciare l’economia circolare e i cicli di retroazione positiva (feedback positivi) non come un ripensamento, ma come un pilastro fondamentale della progettazione di intere catene del valore;
  2. una dimensione intrinsecamente sociale, che richiede attenzione al benessere dei lavoratori, alla necessità di inclusione sociale e all’adozione di tecnologie che non sostituiscano, ma piuttosto integrino, quando possibile, le capacità umane;
  3. una dimensione ambientale obbligatoria, che spinga verso trasformazioni che eliminino l’uso di combustibili fossili, promuovano l’efficienza energetica, attingano a soluzioni basate sulla natura, rigenerino i pozzi di carbonio, ripristinino la biodiversità e creino nuovi modi di prosperare nel rispetto dell’interdipendenza con i sistemi naturali.

 


Come applicare i principi dell’industria 5.0 in azienda
 

Individuate le tre dimensioni dell’industria 5.0, il passo successivo è capire come declinarle all’interno dell’azienda. Nonostante le tecnologie 4.0 restino, infatti, i fattori abilitanti della transizione verso modelli aziendali più sostenibili, resilienti e umano-centrici, indubbiamente occorre anche un cambiamento di mentalità all’interno dell’azienda e il primo passo è considerare la sostenibilità come un obiettivo di business, in quanto questo consente di individuare le azioni da intraprendere sia all’interno dell’azienda che all’esterno dei propri confini. 

Se dunque sul lato sociale, occorre attuare politiche che promuovano il benessere dei lavoratori sia all’interno dell’azienda che nell’ecosistema di fornitori e partner, sul lato ambientale è necessario ripensare e progettare una produzione sostenibile e funzionale all’economia circolare, puntando, ad esempio, al mantenimento delle risorse e a prodotti che abbiano un ciclo di vita più esteso possibile.


Retrofit e revamping
 

Pratiche di Retrofit e Revamping consentono di tenere le fabbriche esistenti al passo con i tempi, portando macchinari e impianti ad un livello di prestazione e di efficienza il più possibile simile al nuovo, e rispondendo, quindi, al modello di economia circolare e sostenibile dell’Industria 5.0.


AI e IoT
 

Le tecnologie digitali, come la sensoristica, l’IoT, l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico facilitano l’automazione dei processi, semplificando le operazioni e aumentandone l'efficienza, e svolgono un ruolo rilevante nel supportare rapidi processi decisionali che mantengono i produttori al passo con gli obiettivi di sostenibilità.


Digital Twin
 

I digital twin consentono di monitorare in real time lo stato degli asset, costantemente aggiornati dal flusso di dati acquisiti dai sensori, e oltre a migliorare l'efficienza e la produttività dei processi di produzione, consentono una manutenzione di tipo predittivo che scongiura fermi macchina e stop di produzione e riduce gli sprechi di risorse energetiche e materie prime. 

Infine, la resilienza, ovvero la capacità di resistere e adattarsi al cambiamento, è garantita dalla flessibilità dei processi produttivi e logistici. Avere la capacità di adattarsi a situazioni avverse con risultati positivi è un obbligo nella nuova Industria 5.0. 

Ma la digitalizzazione e l’automazionedei processi non favoriscono soltanto maggiore sostenibilità in termini economici e ambientali per l’azienda, ma coinvolgono anche la dimensione sociale. L’automatizzazione di molte attività aziendali a basso valore cognitivo, usuranti e in alcuni casi anche pericolose per l’uomo, consente infatti di valorizzare le capacità dei lavoratori, aumentare il loro benessere e migliorare la qualità del loro lavoro e del tempo, inteso come conciliazione tra lavoro e vita privata (work life balance), centrando una delle dimensioni fondamentali dell’industria 5.0, quella umano-centrica. Anche per cogliere questo obiettivo, tuttavia, occorre cambiare non solo il business model, ma anche e soprattutto il modello di gestione dell’impresa. 


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