L’e-commerce vola alto e lancia una sfida impegnativa al settore Courier, Express and Parcel (CEP): la movimentazione e la distribuzione di un elevatissimo numero di colli, più che raddoppiato negli ultimi anni. Come rilevato nell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano (www.som.polimi.it), infatti, l’espansione dell’e-commerce ha toccato incrementi a tre cifre e i numeri sono destinati a crescere ancora.
Il fenomeno potrebbe rappresentare una
generosa opportunità di sviluppo aziendale per gli operatori del mercato CEP. Tuttavia, la conditio sine qua non per crescere proporzionalmente ai dati di mercato è adeguare gli impianti a una maggiore produttività.


Gli impianti esistenti nel CEP, infatti, generalmente non sono ottimizzati per rispondere in maniera affidabile alle attuali richieste: tarati su volumi inferiori di merce da smistare, rischiano di non sopportare l’enorme mole di lavoro. Disfunzioni, guasti o assenza dei giusti ricambi in magazzino possono rallentare il processo di smistamento, oggi più frenetico, causando danni economici o di reputation per mancata consegna.

Cosa rende i brown field poco affidabili nel nuovo contesto di mercato?

  • molti sono tecnologicamente obsoleti e montano soluzioni elettromeccaniche di vecchia generazione, poco flessibili, spesso sovradimensionati e quindi poco efficienti dal punto di vista energetico
  • le varianti montate su un impianto sono centinaia;
  • i ricambi sono altrettanto numerosi, occupano molto spazio in magazzino e sono causa di elevati costi.

Le conseguenze di questi “fattori di fragilità” degli impianti esistenti sono i costi elevati, la complessità di manutenzione e gli eventuali “fermo impianto”, da gestire in emergenza. Il malfunzionamento di un motore, la rottura di un cuscinetto, il semplice incastro di un pacco che blocchi il nastro trasportatore, può generare una temporanea inattività che i moderni ritmi di lavoro non si possono permettere.

 

I 4 principali problemi degli impianti Courier, Express and Parcel

  1. I fermi impianto

I fermi impianto, purtroppo, non sono rari e rappresentano un costo concreto in ore lavorative, ricambi, ritardi di spedizione. Negli impianti meno recenti, va detto inoltre, non è previsto un by-pass che possa deviare il flusso dei colli senza fermarlo. Pertanto, in caso di stop, l’unica alternativa è che gli operatori facciano procedere i pacchi manualmente lungo il nastro trasportatore fino a destinazione, in modo che lo smistamento non subisca un arresto. In particolare nei periodi di picco, come Natale, il Black Friday o il Cyber Monday, questa eventualità può generare effetti molto negativi se supera i due o tre minuti

  1. L’ampio spettro di varianti installate

Negli impianti molto vasti, caratterizzati da chilometri di trasportatori e differenti soluzioni (sorter lineari o ad anello, elevatori, spirali di sollevamento, ecc), la complessità della manutenzione dipende dall’elevatissimo numero di sistemi elettromeccanici montati a bordo impianto, spesso differenti tra loro.

  1. Il sovradimensionamento del parco ricambi

L’incubo dei fermi impianto e l’esigenza di garantire l’efficienza operativa nel tempo ha spinto molti costruttori a scegliere la strada del sovradimensionamento del magazzino ricambi

  1. Lo spazio occupato in magazzino

Lo spazio occupato all’interno del magazzino, difatti, è un altro problema da non sottovalutare: l’ottimizzazione di un impianto deve spesso fare i conti anche con i limiti fisici dell’edificio.

 

Ottimizzazione degli impianti esistenti: tecnologie e vantaggi

Per risolvere le problematiche più frequenti nel settore CEP può risultare molto vantaggioso innanzitutto:

  • mappare tutti i gruppi installati e quelli presenti a magazzino individuando in prima battuta i problemi di funzionalità dei motori installati e dei ricambi;
  • standardizzare i componenti montati a bordo macchina e ridurre il numero di varianti. La tecnologia dei motoriduttori sincroni a magneti permanenti, per esempio, consente di gestire anche un impianto che monta centinaia di diversi motoriduttori con solo una decina di varianti. Un motore sincrono, infatti, gestisce accelerazioni e decelerazioni in modo più efficace, non ha necessità di sovradimensionamento e può dunque sostituire efficacemente un gran numero di vecchi motoriduttori. Inoltre, i motori più recenti sono conformi alla normativa IE5, quindi contribuiscono all’aumento dell’efficienza energetica generale dell’impianto;
  • etichettare tutti i componenti installati e i ricambi presenti in magazzino, per ridurre i tempi d’individuazione dei ricambi corretti.

 

L’innovazione al servizio del CEP

La mappatura e la standardizzazione, quindi, rappresentano una soluzione tanto specifica quanto innovativa per ridurre drasticamente lo stock di ricambi in magazzino e consentire al player del settore CEP di risparmiare denaro e spazio in magazzino.

Avere sempre a disposizione il ricambio necessario attraverso un programma di mappatura e ottimizzazione dello stock, in aggiunta, potrebbe rivelarsi la soluzione ideale per garantire la continuità produttiva, importantissima in un contesto di mercato così sfidante

A consentire il sistema di standardizzazione è la tecnologia dei motori più all’avanguardia: il mercato propone alternative molto avanzate, sistemi che uniscono al loro interno un motore brushless, un riduttore ad assi paralleli e un azionamento integrato sul motore. Ciò consente di accorpare sistemi differenti in un'unica variante.

Gli azionamenti decentralizzati integrati in questa generazione di sistemi elettromeccanici, poi, sono utilissimi per ridurre gli ingombri. Decentralizzare l’azionamento, infatti, consente di ottenere un importante beneficio legato alla riduzione delle dimensioni del quadro elettrico in quanto tutti gli azionamenti risiedono in campo.

Questi prodotti avanzati, infine, sono dotati di sistemi IoT in grado di semplificare e rendere più rapide le attività di start up e analisi, attraverso la funzionalità di "plug and produce" e la trasmissione di dati diagnostici dai sensori montati a bordo motore (temperatura, freno, vibrazioni, encoder). Intraprendere in tal modo, un percorso di manutenzione predittiva, consentirà agli operatori del CEP di gestire meglio il proprio impianto e massimizzare la produttività.

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