All’inizio del 2018, il Construction Intelligence Center, vale a dire la più completa fonte di dati e analisi sull’industria globale delle costruzioni, ha rivisto al rialzo le proprie previsioni di crescita legate al mercato globale dell’edilizia. In linea con il miglioramento registrato dall’economia mondiale, proprio il CIC ha ipotizzato un tasso medio annuo di crescita del 3,7% da qui al 2022, per un valore reale che, dai 10,4 trilioni di dollari del 2017, dovrebbe attestarsi a quota 12,4 trilioni entro i prossimi 5 anni.  

Com'era prevedibile, la Cina (e con lei l'area Asia-Pacifico) si conferma il più grande mercato delle costruzioni nel mondo, mentre è nell'Africa subsahariana che si registrerà la più rapida crescita trainata, in primis, dallo sviluppo delle infrastrutture.

 

E in Italia?

Da noi, come in buona parte dell’Europa Occidentale, il 2018 è stato da molti indicato come l'anno della svolta nel settore delle costruzioni, messo a dura prova da una crisi decennale.

Con un aumento di fatturato compreso tra il 3 e il 4%, anche prodotti e materiali da costruzione si apprestano a beneficiare della graduale ripresa degli investimenti nel comparto, che starebbero traendo vantaggio dai primi effetti degli incentivi fiscali legati agli interventi di messa in sicurezza sismica, dall'eco-bonus e da una ripartenza degli investimenti pubblici.

La Legge di Bilancio 2018-2020 (Legge n. 205 del 27 dicembre 2017) conferma, infatti, e potenzia le leve di sviluppo di quest’ultimi con un’importante iniezione di risorse a favore del Fondo investimenti: oltre 36 miliardi di euro per il periodo 2018-2033 che vanno a sommarsi ai 47,5 miliardi previsti per il triennio 2018-2020.

Pur di fronte ai 100 miliardi di euro stanziati nelle manovre economiche del 2016 e del 2017 e distribuiti in 15 anni per le opere pubbliche è, però, di fatto, il settore della riqualificazione a rappresentare quasi il 40% degli investimenti complessivi in costruzioni. Proprio le ristrutturazioni starebbero “tenendo a galla” un mercato dell’edilizia in Italia ancora molto penalizzato da:

  • stanziamenti per lavori pubblici che stentano a trasformarsi in cantieri;
  • da ritardi nei pagamenti (che, secondo l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, viaggiano ancora su una media di 100 giorni);
  • da uno split payment (con il quale la PA paga le fatture al netto dell'IVA) che drena liquidità dalle imprese.

 

Il ruolo dell’innovazione tecnologica nel comparto costruzioni

Ciò detto, anche a livello italiano, l’emergere e l’affermarsi di una serie di tecnologie applicate al mercato delle costruzioni lascia intravvedere nuovi sviluppi per tutti gli attori coinvolti lungo la catena del valore.
Vediamoli insieme.

 

1. La progettazione diventa “collaborativa” e sfrutta i Big Data

In un mondo sempre più data-driven, anche il settore delle costruzioni è chiamato a garantire una maggiore collaborazione tra i progettisti attraverso la realizzazione di un’effettiva interoperabilità, a livello di software, finalizzata anche a una più facile integrazione tra i processi. In tal senso, il BIM, acronimo di Building Information Modeling utilizzato per rappresentare in maniera digitale le caratteristiche fisiche e funzionali di un edificio, vede - insieme i più diffusi software di Project Management - il proprio ruolo affermarsi nel futuro delle costruzioni.

Se, infatti, attraverso l’uso del BIM diventa possibile gestire in maniera congiunta e ottimale costi e risorse, beneficiare di cicli di progetto più brevi e aumentare la produttività, il ricorso a una soluzione di Project Management consente di sfruttare i dati per comunicare in tempo reale lo stato del progetto guadagnando in termini di efficienza e trasparenza.

 

2. Il viaggio in cantiere diventa virtuale

Allo stesso modo, verificare in anticipo la fruibilità degli spazi e ridurre al massimo gli errori di progettazione prima di passare alla realizzazione pratica è il sogno di ogni progettista. In suo aiuto, anche nel mondo delle costruzioni, da qualche tempo si sta affermando la realtà virtuale che, insieme alle applicazioni di realtà aumentata, promette di portare la prototipazione virtuale negli edifici. L’effetto finale, frutto dell’acquisizione dei disegni tecnici, della loro modellazione, dell’assegnazione di texture (ossia dei colori per ogni materiale differente), nonché delle luci e delle ombre, permette di percepire lo spazio in modo reale camminando all'interno di progetti in scala 1 a 1.

 

3. Nelle costruzioni la robotica prende piede

Con intere fasi di lavoro sempre più condotte automaticamente, anche nel settore dell’edilizia i robot possono apportare un significativo contributo in termini di resistenza e velocità, superando ostacoli legati ai limiti della forza fisica umana. Gli ambiti di applicazione non mancano e vanno dai robot utilizzati in fase di muratura alle macchine per la posa delle strade, dai droni a cui in molti stanno ampiamente facendo ricorso nella mappatura di un sito in costruzione e per monitorare i progressi di progetto ai bulldozer a guida autonoma.

In affiancamento – non in sostituzione – del talento umano, i robot da costruzione consentono, dunque, di:

  • minimizzare gli errori umani sia nella fase di programmazione e pianificazione dei processi che in fase operativa;
  • ridurre al minimo i ritardi e, con essi, il costo complessivo del processo di costruzione;
  • migliorare la sicurezza sul lavoro;
  • far diventare il comparto delle costruzioni “più attraente” per una forza lavoro maggiormente qualificata;
  • promuovere nuove forme di costruzione.

 

4. Le tecnologie entrano anche nei Building Material

Accanto alle innovazioni che stanno interessando il comparto dell’edilizia, anche i materiali da costruzione si stanno evolvendo rapidamente.

Il settore, infatti, è oggi fortemente influenzato dalle tecniche di costruzione sostenibile e dallo sviluppo di edifici più sicuri. Inoltre, con l’aumento generalizzato del costo dei materiali, l’affermarsi di “alternative innovative”, che si concentrano su materiali sostenibili e rinnovabili, non solo salvaguardano gli investimenti ma riducono l’energia necessaria per realizzarli. Basti pensare che la sola produzione di calcestruzzo è responsabile di almeno il 5% delle emissioni globali di CO2 e che i cementi di nuova generazione, realizzati dai ricercatori in laboratorio, hanno portato alla realizzazione di calcestruzzo pieghevole, ignifugo, autopulente o addirittura in grado di utilizzare batteri per “curare” eventuali fessurazioni.

L’aggiunta di lana e di un polimero naturale introdotto nell'argilla utilizzata per costruire mattoni consente, invece, di ottenere materiale da costruzione più resistente ai climi rigidi abbattendo l’emissione di gas e tossine nell'atmosfera tradizionalmente prodotti nella cottura in forno dei mattoni tradizionali. Allo stesso modo, il legno riutilizzato fornisce un effetto visivo soddisfacente ma con un impatto ecologico decisamente inferiore, mentre i biopolimeri applicati all'edilizia consentono di ottimizzare il dispendio prodotto dalle plastiche a base di petrolio.

Infine, in maniera del tutto simile, anche i rifiuti organici stanno prendendo piede nel settore con impieghi che vanno dall’isolamento acustico alla realizzazione di pareti, porte ma anche di soluzioni di arredo biodegradabili.

 

5. Efficienza energetica e sostenibilità nel green building 

D’altra parte, il bisogno di costruzioni ecologiche per la salvaguardia del pianeta è sotto gli occhi di tutti: dagli edifici dipendono, infatti, circa il 40% dei consumi di energia a livello mondiale e di altrettante emissioni nocive rilasciate nella nostra atmosfera.

E che quella del “green building” sia la grande tendenza di questi ultimi anni lo dicono sia gli investimenti in nuovi edifici capaci di rispettare elevati standard di efficienza energetica e sostenibilità ambientale (con un conseguente proliferare anche delle certificazioni internazionali perseguite), sia il ritorno ai materiali naturali e locali, ispirati alla tradizione.

I