Di fronte a un traffico aereo mondiale in continuo aumento, sia in termini di passeggeri trasportati, sia di merci movimentate, il delicato percorso dei bagagli (dal check in al gate di imbarco e dal gate di arrivo alla zona di ritiro) riveste un ruolo di primaria importanza per l’efficienza delle moderne strutture di viaggio.
Per posizionarsi ai vertici dell’ambito aeroportuale (oltre a lavorare sulla propria immagine e a offrire servizi sempre più esclusivi per i passeggeri in transito) sia i grandi scali, sia i poli intermodali devono risultare “nodi” di servizi competitivi. Per riuscirci al meglio, il cosiddetto Baggage Handling System, o BHS, gioca un ruolo fondamentale: dal grado di efficienza di questo sistema di gestione dello smistamento dei bagagli dipende, infatti, il prestigio di un aeroporto e la capacità dell’infrastruttura di attirare interesse da parte delle grandi compagnie aeree.
A seconda del singolo scalo, inoltre, lo spostamento dei bagagli da una zona all’altra potrebbe equivalere a un breve passeggiata mentre in alcuni aeroporti internazionali è addirittura necessario ricorrere al trasporto su rotaia per raggiungere il punto desiderato. Nella maggior parte dei casi, però, l’impianto per la gestione dei bagagli è costituito da un sistema automatizzato di nastri trasportatori, lettori di codici a barre o etichette RFID (quest’ultime comunemente utilizzate per l’identificazione e/o memorizzazione automatica di informazioni inerenti a oggetti, animali o persone).
Il viaggio dei bagagli
Dal momento del check-in, con il quale i dati personali di chi viaggia vengono registrati e validati dalla compagnia aerea o dalla società di handling (ossia di gestione dei servizi a terra che opera per conto di essa), i bagagli da imbarcare in stiva vengono etichettati in maniera univoca e posizionati su un nastro trasportatore per essere smistati attraverso una rete di incroci e inviati automaticamente alle rispettive destinazioni.
Una volta giunti al punto di arrivo, specifiche strutture di carico si occupano di recapitare ai passeggeri i propri bagagli, che vengono posizionati su un nastro di riconsegna di volta in volta selezionato, grazie alla lettura delle etichette posizionate su ciascuna valigia.
Da qui la necessità di affidarsi a sistemi automatizzati e a tempistiche precise per offrire un servizio di qualità ai passeggeri. Ecco come nasce l’esigenza di introdurre gli AGV (veicoli a guida automatica) in sostituzione/affiancamento dei nastri trasportatori e dei sistemi di smistamento dei bagagli.
Con l’obiettivo di ottimizzare l’esperienza di viaggio dei passeggeri in transito, l’applicazione degli Automated Guided Vehicle anche nel settore aeroportuale si sta gradatamente osservando presso strutture chiamate a fornire capacità aggiuntiva e a potenziare le attività commerciali. È il caso, per esempio, dell’aeroporto di Lelystad, in Olanda, che, a causa della continua espansione di quello di Amsterdam-Schiphol (principale scalo aereo dei Paesi Bassi), ha scelto di adottare veicoli a guida automatica per rimpiazzare i tradizionali sistemi di gestione dei bagagli.
AGV: perché convengono
In grado di offrire massima scalabilità, implementando navette aggiuntive per crescere al fianco della singola struttura senza richiedere l’espansione immediata degli edifici, gli AGV sono, inoltre, in grado di far realizzare progetti in tempi più brevi, consumando fino al 50% di energia in meno rispetto ai tradizionali sistemi di gestione dei bagagli.
Combinati con applicazioni software intelligenti, i veicoli a guida automatica consentono agli scali aeroportuali in rapida evoluzione di funzionare senza soluzione di continuità anche in un ingombro limitato. All’interno della flotta ogni AGV trasporta, infatti, un singolo bagaglio per il quale è possibile determinare il percorso ottimale senza dover sottostare alla rigidità di un sistema di trasporto fisso e predefinito. In tal senso, anche la consegna dei bagagli può essere fatta rispettare affidando a una singola navetta la giusta priorità sulle altre all’interno di una pianificazione dinamica capace di offrire una funzionalità compatta alla struttura aeroportuale.
All’interno di un singolo scalo, rispetto ai sistemi tradizionali, l’adozione degli AGV consente, inoltre, di gestire più bagagli per metro cubo e di destinare, di conseguenza, ad altre attività commerciali lo spazio in aeroporto.
Spostando, invece, l’attenzione sugli AGV per il carico e lo scarico delle unità, esistono navette dotate di dispositivi di manipolazione a bordo, in grado di sollevare, abbassare e ruotare il carico da movimentare con un alto grado di precisione e sicurezza, per un uso più efficace dello spazio a disposizione.
Il tutto al servizio di una gestione dei flussi di merce che, negli scali aeroportuali, si fanno sempre più intensivi. Questa si svolge all’interno di magazzini con ingombri elevati, dove la capacità di trasportare unità di carico (anche pesanti) rende gli AGV la scelta migliore per coprire lunghi percorsi.