Il remanufacturing è una delle strategie chiave dell’economia circolare. Si tratta di un modello di business in forte crescita negli ultimi anni, che, se implementato correttamente, è capace di generare valore per l’impresa e per il pianeta, grazie al risparmio di risorse e materie prime.
L’accelerazione dell’obsolescenza di dispositivi e macchinari imposta dallo sviluppo tecnologico degli anni più recenti, ha molto spesso determinato la loro prematura sostituzione a vantaggio di un modello nuovo e più performante, capace di mantenere le aziende competitive in mercati in continua evoluzione.
Tuttavia, la debolezza di un sistema industriale lineare, basato su uno schema che punta a estrarre, produrre, utilizzare e gettare e sulla continua sostituzione del "nuovo" con il "vecchio" o "l'obsoleto", emersa con forza durante l’interruzione forzata delle catene globali di fornitura verificatasi durante l'emergenza Covid-19, ha evidenziato la necessità e l’urgenza di ricorrere ad un modello economico di tipo circolare: un modello di business alternativo in grado di estendere il ciclo di vita dei prodotti, riducendo al minimo i rifiuti e reintroducendo attivamente i materiali nel ciclo economico, anche grazie al remanufacturing.
La rigenerazione è infatti una strategia cruciale in un mondo in cui la crescente domanda di materie prime sta determinando il progressivo esaurimento delle stesse.
Remanufacturing: in cosa consiste?
Secondo la definizione dell’ERN, European Remanufacturing Network, il remanufacturing è una pratica industriale che permette di "riportare un prodotto ad almeno le sue prestazioni originali con una garanzia equivalente o migliore di quella del prodotto di nuova fabbricazione”.
Si tratta di un trend in forte crescita, con un mercato che, secondo le stime dell’ERN, triplicherà il proprio valore in Europa, superando i 100 miliardi nel 2030, e porterà enormi benefici ambientali ed economici contribuendo a un risparmio dell’88% sui materiali, del 56% sul fabbisogno energetico del 53% sull’immissione di CO2.
Questa soluzione di economia circolare consente infatti di ridurre l'utilizzo di materie prime e le emissioni di CO2 che si genererebbero con il diretto smaltimento di prodotti mal funzionanti e la produzione di macchinari sempre nuovi.
In pratica, il remanufacturing consiste nel dare nuova vita ad un macchinario, riportandolo alle prestazioni originali con la sostituzione delle sole parti usurate e il rimontaggio di tutti gli altri componenti.
Operativamente, si procede mediante l’analisi e il testing dei sistemi dell’apparecchiatura da rottamare, finalizzati alla verifica delle condizioni, della qualità e della recuperabilità dei singoli componenti del prodotto.
Segue la fase di smontaggio del macchinario originario per il recupero delle parti riciclabili che, a seconda dei casi, vengono rigenerate o sostituite, quando non recuperabili.
Le parti rigenerabili vengono sottoposte a pulizia, riparazione e finitura, per tornare in condizioni equivalenti o superiori a quelle originali. Il prodotto viene quindi riassemblato e testato con gli stessi criteri di ammissibilità del precedente per poi essere immesso sul mercato.
Le fasi del manufacturing
- Raccolta: la prima fase riguarda la raccolta dei prodotti usati che sono candidati per il remanufacturing. Questi possono essere restituiti dal cliente finale attraverso programmi di ritiro o raccolti da rivenditori e centri di smaltimento.
- Valutazione: una volta raccolti, i prodotti usati vengono valutati per determinare se sono adatti per il remanufacturing. Questo può includere test di funzionalità, ispezioni visive e valutazioni delle condizioni generali del prodotto.
- Smontaggio: i prodotti idonei vengono quindi smontati. Durante questa fase, le parti usate vengono separate e classificate in base alla loro condizione e alla loro idoneità per il remanufacturing.
- Pulizia e riparazione: le parti usate vengono pulite e, se necessario, riparate. Questo può includere operazioni come la rimozione di ruggine o sporco, la rettifica di superfici o la sostituzione di componenti danneggiati.
- Rimontaggio: le parti pulite e riparate vengono quindi rimontate per creare un prodotto "come nuovo". Questo processo può includere l'aggiunta di componenti nuovi dove necessario.
- Test e ispezione: una volta rimontati, i prodotti vengono testati e ispezionati per garantire che soddisfino le specifiche originali del produttore. Questo può includere test funzionali, test di durata e ispezioni visive.
- Imballaggio e distribuzione: infine, i prodotti remanufactured vengono imballati e distribuiti per la vendita o l'uso.
I vantaggi del remanufacturing
Grazie alla logica circolare, il remanufacturing assicura vantaggi e benefici sia per i produttori che per i consumatori, ma anche per l’ambiente, occupando un posto rilevante all’interno dell’agenda di sviluppo sostenibile e delle politiche ambientali, adottate a livello nazionale ed europeo.
Per il pianeta, il remanufacturing comporta dei vantaggi in termini di ridotto consumo di materie prime perché, conservando gran parte del materiale del prodotto originale, viene utilizzata meno materia prima rispetto alla produzione di nuovi prodotti.
Ciò è particolarmente vantaggioso quando il prodotto contiene materie prime critiche, materiali per i quali esiste un rischio di approvvigionamento.
Limitando la quantità di materie prime estratte/riciclate e la produzione di nuovi componenti, il remanufacturing in genere utilizza meno energia rispetto alla produzione di un nuovo prodotto. La riduzione del consumo energetico è solitamente accompagnata da una riduzione delle emissioni di CO2. Infine, il remanufacturing contribuisce alla riduzione del materiale inviato a discarica, allungandone il fine vita.