La crescente domanda per il trasporto di persone e merci sta caratterizzando il settore aeroportuale. I dati di Assaeroporti – Associazione Italiana Gestori Aeroporti, parlano chiaro. Nel 2017, in Italia, sono transitati 175,4 milioni di passeggeri, per un totale di 1,5 milioni di movimenti aerei e 1,1 tonnellate di merci: il miglior risultato di sempre per il traffico cargo nel nostro Paese.

Una crescita generalizzata (non solo del numero dei passeggeri) che, secondo la ICAO - Organizzazione Internazionale Aviazione Civile -, starebbe spingendo i gestori aeroportuali nella realizzazione di circa 4 miliardi di investimenti finalizzati ad adeguare gli scali nazionali ai migliori standard europei e internazionali in termini di sicurezza, affidabilità e qualità del servizio offerto.

Crisi Alitalia a parte, la maggior parte degli aeroporti italiani stanno, infatti, crescendo a doppia cifra e investendo in masterplan che richiedano oculate riflessioni a lungo termine. Un esempio su tutti è rappresentato dall’aeroporto di Venezia che, entro i prossimi 3-4 anni, porterà a 15 milioni di passeggeri la propria capacità ricettiva, mentre Roma Fiumicino ha annunciato una prima parte di investimenti da realizzarsi entro il 2022, cui farà seguito la creazione di un nuovo Terminal per soddisfare le crescenti esigenze del mercato.

Da qui la necessità di investire per restare competitivi ma anche per rispondere a un altro evidente trend in atto nel settore: il bisogno di ripensare gli spazi aeroportuali in chiave di “Customer Experience”.
I passeggeri in transito sulle rotte nazionali e internazionali sono, infatti, sempre più alla ricerca di processi di validazione - quali check in, check out, controlli di sicurezza e quant’altro - brevi e automatizzati, per una “Passenger Experience” di prima classe. La stessa che è possibile realizzare attraverso la progettazione e realizzazione di terminal sempre più confortevoli e funzionali corredati da servizi digitalizzati e personalizzati.
La somma di terminal più confortevoli e funzionali, di servizi a valore aggiunto e di processi efficienti dà, infatti, come risultato un aumento del profitto non solo del travel retail ma degli aeroporti in generale. Grazie a moderni sistemi BHS (Baggage Handling System), quest’ultimi sono, infatti, in grado di ridurre il tempo di attesa dei bagagli, contenere i fenomeni di smarrimento e, di conseguenza, di connection time tra un volo e l’altro.

Sul tema dell’efficienza, inoltre, negli ultimi anni si è registrato un nuovo trend che sta guidando gli investimenti nel settore. Parliamo dell’efficienza energetica perseguita dalle società che gestiscono gli aeroporti sia per ottenere evidenti risparmi economici, sia per una questione di immagine “green”.

In tal senso, buona parte degli aeroporti del mondo - italiani compresi - si sta sottoponendo a una serie di processi di accreditamento presso enti di certificazione volontaria per attestare il possesso di una serie di requisiti. Tra questi, quello di efficientamento e contenimento delle risorse energetiche al fine di validare le emissioni di anidride carbonica, prodotte nelle diverse attività condotte all’interno delle infrastrutture di scalo.

Affinché siano contenute, occorre implementare una motorizzazione e un sistema di azionamento che siano ad alta efficienza e tengano conto di quanto stabilito oggi in termini normativi nella classificazione dei motori elettrici ad alto rendimento.

Infine, tra i trend che si stanno imponendo nel settore aereoportuale, troviamo anche la sicurezza e l’esigenza di monitorare in tempo reale i dati di consumo.
Nel primo caso, l’obbligo di adeguarsi entro il 2020 al framework Standard 3 gestito dall’European Civil Aviation Conference, andrà a regolare e certificare i livelli minimi richiesti in merito al rilevamento degli esplosivi all’interno delle macchine per il controllo radiogeno.
Nel secondo caso, il riferimento va a sistemi per il monitoraggio in tempo reale dei dati di consumo richiesti dagli aeroporti, anche per tenere sotto controllo alcuni parametri caratteristici della manutenzione, che tenderà sempre più a un approccio predittivo piuttosto che preventivo. 

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