Oggi le aziende manifatturiere sono messe sotto pressione dai cambiamenti che riguardano l’assetto economico mondiale, la struttura organizzativa del settore, i progressi dell’informatica e della meccanica, il comportamento dei consumatori. In particolare i processi di digitalizzazione del business, la diffusione dei dispositivi mobile, la popolarità delle piattaforme di e-commerce stanno rivoluzionando non solo le dinamiche di interazione tra fornitore e cliente, ma anche le logiche produttive all’interno delle fabbriche.
Come e perché? Innanzitutto, è d’obbligo guardare i dati relativi all’esplosione del commercio elettronico. In Italia per esempio, le vendite online hanno segnato un aumento deciso, soprattutto se comparate al mercato tradizionale: secondo l’Istat, infatti, nel luglio 2018 l’e-commerce ha registrato una crescita del 13,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre gli acquisti attraverso gli altri canali hanno perso lo 0,6% in valore e l’1,8% in volume.
Se generalmente quando si parla di e-commerce si pensa al mercato consumer con la presenza di grandi big come Amazon e Alibaba, non bisogna dimenticare l’importanza degli store elettronici B2B che ancora di più stanno condizionando il settore manifatturiero. Da tempo, i sistemi Edi (Electronic Data Interchange) per l’interscambio di documenti commerciali tra aziende hanno permesso l’ottimizzazione e l’automatizzazione dei flussi di comunicazione, per esempio per la trasmissione e la gestione degli ordini. In questo modo, grazie alla gestione efficiente delle informazioni, i processi produttivi hanno potuto beneficiare di un maggiore livello di automazione, innescando dinamiche agile e lean.
Tuttavia, oggi molte società hanno implementato dei negozi elettronici per agevolare ulteriormente le operazioni di compravendita con i clienti business, soprattutto per gli acquisti non ricorrenti (quindi straordinari e sporadici), stimolando il commercio attraverso operazioni di up-selling e cross-selling. L’integrazione delle piattaforme e-commerce con i sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) ha permesso di facilitare e affinare ulteriormente i meccanismi di automazione tra gestione degli ordini e organizzazione della produzione, ma gli store elettronici, oltre ad avere il merito di generare nuove opportunità di business e di innalzare i livelli di profitto, hanno fatto crescere anche la complessità del workflow manifatturiero.
La questione merita sicuramente un approfondimento: la possibilità di comprare online con pochi semplici clic, ha stimolato nel cliente (consumer e business) maggiori aspettative circa la personalizzazione dell’offerta e la puntualità delle consegne. L’acquirente oggi chiede prodotti in grado di soddisfare appieno le sue esigenze, con la disponibilità di un’ampia gamma di modelli differenti e caratteristiche opzionabili; la customizzazione spinta ovviamente si ripercuote sui meccanismi di produzione: le fabbriche moderne devono dotarsi di infrastrutture e processi estremamente flessibili, in grado di supportare lotti produttivi di piccolo taglio e di adattarsi velocemente alla realizzazione di merci diverse, con tutte le loro infinite varianti. Inoltre, come anticipato, i manufacturer devono misurarsi con una domanda sempre più esigente e frenetica: il consumatore finale è abituato ad avere tutto subito, mentre tutta la catena del valore è costretta a diventare più efficiente e veloce (nell’arena competitiva, vince il fornitore che arriva prima e meglio).
Come superare l’impasse? L’Industria 4.0, ovvero il nuovo modello di smart manufacturing che celebra il connubio tra Information Technology e Operations, si impone come risposta obbligata. Negli stabilimenti produttivi di ultima generazione, si stanno facendo strada con sempre maggiore prepotenza tecnologie di automazione, sistemi IoT (Internet Of Things), servizi cloud e soluzioni di Big Data Analytics. In sostanza, la fabbrica diventa intelligente, ovvero regolata attraverso un insieme di automatismi e una sapiente governance dei dati, così da soddisfare le dinamiche innescate dall’e-commerce lavorando su due direttrici: efficienza e flessibilità.
Sul fronte dell’efficientamento, come già detto, l’integrazione tra i sistemi per la gestione degli ordini e degli asset produttivi, permettono di pianificare in modo sempre più automatico ed efficace le attività manifatturiere. La presenza di dispositivi IoT all’interno delle infrastrutture produttive e logistiche consentono inoltre applicazioni di condition monitoring e manutenzione predittiva: i sensori a bordo delle macchine rilevano condizioni di stato e funzionamento, inviandole attraverso la rete ai sistemi analitici; sarà quindi possibile avere piena visibilità sulla salute dell’impianto e sui malfunzionamenti, prevedere potenziali guasti e intervenire prima che si verifichino.
Se pianificazione intelligente e predictive maintenance permettono di lavorare sul recupero dell’efficienza (venendo incontro alle esigenze del consumatore che preme per servizi veloci, consegne puntuali e prezzi competitivi), il ricorso ad azionamenti capaci di regolare la potenza delle macchine in base alla tipologia di prodotti e di lavorazione permette di acquistare punti anche sotto il profilo della flessibilità. Stessa finalità vale per l’adozione di soluzioni di movimentazione personalizzabili come l’impiego di AGV (Automated Guided Vehicles) ovvero veicoli autoguidati, che permettono percorsi di trasporto dinamici.
Tutte queste tecnologie, in sintesi, lavorando in direzione dell’automazione e della flessibilità, permettono quindi alle imprese manifatturiere di supportare con successo le strategie di business legate all’implementazione di piattaforme e-commerce B2C e B2C, rispondendo al mercato con un’offerta personalizzata e puntuale.